
Come si può vedere nel mio post precedente, in un album sulla mia pagina Facebook o direttamente nei commenti sotto il mio video di confutazione alla paleoastronautica biblica, arrivano continuamente insulti e attacchi alla mia persona, solo per aver osato contestare ciò che sostiene un noto autore, secondo cui la Bibbia parlerebbe di alieni.
Alla fine, devo dare pienamente ragione questo commentatore qui:

Se l’avessi letto prima, mi sarei evitato un sacco di sforzi. Ora, comunque, proprio grazie ad essi, posso apprezzare la semplice verità in queste parole e trarre delle mie considerazioni sul fenomeno.
Ma come si è arrivati a questa situazione?
A questa domanda ho in parte già risposto nella prima parte di questo articolo: si tratta di una questione di identità. Nel momento in cui il lettore comincia a vedersi come colui che ha capito la verità che vorrebbero nasconderci, allora si crea un attaccamento personale verso certe idee e quindi, ogni volta che qualcuno le mette in discussione, reagisce come se ad essere posta in discussione fosse la propria stessa identità.
D’altro canto, almeno a partire da Il mattino dei maghi, che è il testo che ha dato un enorme sviluppo alla pseudostoria (inclusa la paleoastronautica) in Europa, sono stati gli stessi autori che si sono susseguiti da allora ad aver creato e alimentato ad arte un falso dualismo secondo cui le loro teorie sarebbero il risultato di apertura mentale che andrebbe contro la presunta chiusura del mondo accademico.
Come ho mostrato in un precedente articolo, gli autori de Il mattino dei maghi, Louis Pauwels e Jacques Bergier riprendono questo falso dualismo già dall’opera di Charles Fort, una sorta di “catalogatore del mistero” che visse a cavallo tra ‘800 e ‘900. Insomma, è da ben più di un secolo, quindi anche dopo l’Illuminismo, che vi sono persone che sono alla ricerca del mistero a tutti i costi e che propongono una riscrittura della storia in cui compaiono extraterrestri e ogni altro fenomeno che vada al di là della scienza che essi stessi (ma non gli accademici) definiscono “ufficiale”.
Ma, come ho mostrato in un video, non esiste una scienza “ufficiale”! La scienza non è una dottrina calata dall’alto, fissa, immutabile e indiscutibile. Anzi, è vero proprio il contrario! Quelli che non si mettono mai in discussione, sono invece proprio gli “alternativi”, i quali, come si può vedere nella breve storia della paleoastronautica, continuano a rimescolare sempre gli stessi concetti (alcuni dei quali dimostrati proprio come sbagliati) ormai da sessant’anni, gridando poi al complotto quando qualcuno osa criticarli anche nel merito.
Quindi, sono gli stessi autori di pseudostoria che si sono succeduti nel corso di diversi decenni ad aver creato e alimentato degli schieramenti fittizi tra scienza “ufficiale” e “alternativa”. Fin dall’inizio, questa contrapposizione è stata inoltre presentata come se si trattasse di uno scontro eroico tra persone dotate di apertura mentale che combattono contro la presunta chiusura e il presunto dogmatismo accademici. Insomma, non potendo addurre prove a sostegno delle loro affermazioni, non hanno fatto altro che calunniare il mondo accademico, presentandolo di fatto come l’opposto di ciò che in realtà è. Spesso, inoltre, gli autori di pseudostoria hanno addirittura insinuato che il mondo accademico sarebbe in realtà al corrente della verità nascosta e che quindi cercherebbe volutamente di insabbiarla.
Tutta la retorica degli pseudostorici è quindi impostata su una dinamica di tipo settario, ed è innegabile che in troppi casi vi sia un vero e proprio culto della persona, come mostra l’immagine seguente.

Ma al di là della fedeltà al proprio leader carismatico, un’altra dinamica tipicamente settaria è quella di creare un’identità fittizia, ovviamente positiva, da contrapporre a quella del resto del mondo, dipinto ovviamente in modo negativo. Nel caso della paleoastronautica, l’identità fittizia è quella di “ricercatori della verità”, “liberi pensatori”, gente “dalla mente aperta”, da contrapporsi ovviamente a tutti gli altri che sono chiusi di mente e dogmatici. E, a proposito di settarismo, lo stesso autore raffigurato qui sopra sostiene che per controllare il mondo, gli alieni avrebbero diviso gli esseri umani in quelli che chiama “recinti”; sostiene anche che i teologi per controllare le persone avrebbero falsato le traduzioni; infine, ha pure affermato che per creare un culto basta dire alla gente quello che vuole sentirsi dire.
Questa dinamica settaria presenta per il paleoastronautico di turno diversi vantaggi a breve termine:
- alimenta l’illusione di sapere di più di un accademico senza dover fare però lo sforzo di studiare davvero;
- alimenta il senso di appartenenza in un gruppo di persone che hanno capito la verità e che la difendono contro chi vorrebbe, secondo loro, censurarla;
- alimenta il senso di rivalsa verso un presunto sistema oppressivo e opprimente, che è ritenuto la causa di tutti i mali possibili;
- liquida qualsiasi argomentazione valida che possa avere l’interlocutore, perché basta etichettarlo come chiuso di mente, quando non indottrinato o, peggio, servo prezzolato del presunto sistema.
In merito al punto 1, gli autori di paleoastronautica, come tutta gli pseudostorici in genere, nonostante adottino la terminologia scientifica o comunque tecnica, non usano tuttavia i metodi scientifici o filologici o storici. In altre parole, la paleoastronautica non si esprime con argomentazioni razionali supportate da prove o comunque da ragionamenti rigorosi come fanno i testi accademici, ma invece usa dei veri e propri slogan a effetto, del tipo: “la Bibbia non parla di Dio”, “gli antichi non raccontavano favole”, e così via. Per farla breve: la paleoastronautica non è scienza, ma finge di esserlo. La paleoastronautica, essendo figlia diretta della fantascienza, non vuole riconoscere le proprie radici e vuole prendersi i meriti della scienza, senza però mettersi davvero al lavoro e cercare le prove.
Ragione vs. emozione
Come si può notare dagli esempi qui sopra, ma anche (e soprattutto) da quelli presentati negli articoli precedenti, la paleoastronautica non usa argomentazioni oggettive, cioè non si basa sulle prove, come invece fa la storiografia accademica. I paleoastronautici, anzi, le prove se le inventano di sana pianta, come hanno fatto gli autori de Il mattino dei maghi, ma anche Erik von Däniken e Peter Kolosimo che arrivò a citare racconti di fantascienza come fonti attendibili. Nei tempi più recenti, Sitchin e Biglino hanno proseguito la tradizione di inventarsi le prove, introducendo l’innovazione delle traduzioni estremamente libere, per non dire totalmente campate per aria e senza alcun criterio linguistico o filologico. Sitchin è arrivato a sostenere che la nostra specie sarebbe stata creata per ingegneria genetica, perché un sinonimo del termine “fango” somiglia al termine ebraico per “uovo” e quindi quando nei testi sumeri si parla di fango, in realtà si parlerebbe dell’ovulo di una scimmia! Tutta la sua argomentazione è basata letteralmente su un “perché non potrebbe essere andata così?”
La storia, tuttavia, si scrive con le prove, non con i “perché no?” e soprattutto non con dei sinonimi di termini ebraici usati per spiegare un testo sumero di diversi secoli prima.
I testi di paleoastronautica sono inoltre infarciti di aneddoti e di ripetute frecciatine, allusioni, quando non vere e proprie calunnie verso i ricercatori e i professori. Questo contribuisce a creare simpatia verso l’autore e antipatia verso il mondo accademico, che spesso non si conosce affatto e la cui percezione finisce per essere filtrata e distorta dall’ottica di una sterile polemica, volta solo ad alimentare il falso dualismo tipico delle sette.
In alcuni casi si assiste poi a quella che sembra una vera e propria manipolazione del proprio pubblico, nel momento in cui, ad esempio, un autore di paleoastronautica sostiene che il proprio metodo sarebbe addirittura l’unico intellettualmente onesto, dando quindi a intendere che tutti gli altri, nessuno escluso, sarebbero disonesti:

Quindi da un lato c’è la presentazione di ipotesi affascinanti, coinvolgenti e facili da comprendere (non ci vuole molto a spiegare tutto con “sono stati gli alieni”), con “argomentazioni” basate sulla spinta alla sensazione (o meglio, al sensazionalismo), sull’uso di slogan a effetto, su salti logici, nonché su una vera e propria propaganda che tende a polarizzare le opinioni facendo leva non su prove concrete, ma sull’emotività. Dall’altro lato, invece, ci sono i testi accademici di storia, che presentano prove, freddi ragionamenti e tutt’al più ipotesi basate però sempre sui dati concreti. È chiaro che la realtà non sarà mai simile a un film di fantascienza, proprio perché la fantascienza per sua natura è fatta apposta per distaccarsi dalla realtà. E la paleoastronautica, come ho dimostrato e ribadito, è discendente diretta della fantascienza.
Credo che alla fine il messaggio più importante che un divulgatore o aspirante tale debba far passare è questo: quelle poche volte in cui un accademico ha delle certezze, è perché queste vengono dalle prove concrete.
Nel momento in cui non si portano prove, dire “devi aprire la mente” è l’equivalente di dire “devi avere fede”. È un modo come un altro per convincere l’interlocutore senza dover fare la fatica di argomentare. È un modo per dire: «accetta ciò che dico io senza farti troppe domande, non vorrai mica essere un ottuso, chiuso di mente e schiavo del sistema?»
E questa non è un’argomentazione scientifica, è manipolazione da setta.
Quindi ecco spiegato perché finora ho ricevuto quasi solo insulti e attacchi: ho messo in discussione ciò in cui gli odiatori credono e attorno cui hanno basato parte della loro identità.
Quando poi vorranno smettere di credere e vorranno cominciare a sapere, allora i testi accademici sono sempre a disposizione, come accade da sempre, anche se non tutti sono disposti ad accettare che i dati di fatto contraddicono le proprie convinzioni e che queste ultime sono basate su impressioni personali e sulla voglia di credere che quanto abbiamo visto nei film di fantascienza possa essere vero.
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