La paleoastronautica non è una scienza

La paleoastronautica, o teoria degli antichi astronauti, ha spesso la pretesa di essere una scienza. Tuttavia, presenta un difetto di base: quello di usare come punto di partenza ciò che c’è scritto nei testi antichi e ciò che è raffigurato nelle antiche immagini.

Come ho ripetuto più volte, tuttavia, quello di credere i testi dicano il vero è solo un modo laico di dire che dobbiamo avere fede in ciò che c’è scritto nel testo biblico. Questo atteggiamento fideistico non ha nulla di scientifico, ma è tipico delle religioni. Che la paleoastronautica si comporti più come una teologia che come l’approccio storico-critico usato dagli accademici l’ho già detto tempo fa.

Praticamente considero il “fare finta che” i testi dicano il vero come il nuovo “Parola di Dio”: mi sembrano entrambi pretesti per conferire particolare credibilità a un testo che ci si rifiuta di considerare semplicemente come un testo come tutti gli altri.

Una delle tante questioni a cui gli pseudoscienziati sono sordi è che lo status di scientificità di una teoria (o presunta tale) non è qualcosa che è decretato da qualcuno, tantomeno da chi la propone. Non basta di dire “questa teoria è scientifica” per renderla tale. Ciò che rende scientifica una teoria è il metodo usato.

Porti le prove? Bene, allora è scienza. Non hai le prove, ma ti basi su prove già esistenti e formuli un’ipotesi usando una logica obiettiva e metodi rigorosi? Bene, la tua è un’ipotesi scientifica degna di essere discussa. Non solo non hai le prove, ma costruisci la tua “teoria” basandoti sul sentito dire, su dati incerti, scartando tutte le prove che ti contraddicono? Allora non sto neanche ad ascoltarti.

La paleoastronautica ha la pretesa di essere nella seconda (o a volte anche nella prima) categoria, quando invece si colloca da sola nella terza: va contro dei dati di fatto che la contraddicono, ma davanti alle cose scomode, gli autori fanno finta di avere sempre e comunque ragione.

La paleoastronautica non è una scienza, perché si basa esclusivamente sulle testimonianze dei testi antichi, che ritiene attendibili nonostante sappiamo per certo essere stati scritti con motivazioni ideologiche.

D’altronde diversi autori di paleoastronautica ammettono apertamente che la Bibbia è stata manipolata, però allo stesso tempo sostengono che vada presa per buona. Praticamente la paleoastronautica si convalida da sola usando le sue stesse premesse, eppure ha lo stesso la pretesa di essere presa in considerazione.

Da quando esiste, la paleoastronautica non ha mai portato nessuna prova concreta. Tutto ciò che dicono i suoi autori e i loro sostenitori è che bisogna aprire la mente. Per me, essere aperti di mente vuol dire accettare tutto ciò che le evidenze ti mostrano, anche (e soprattutto) quando sono contrarie alle tue ipotesi di partenza. Che la paleoastronautica ignori le prove contrarie l’ho ormai constatato più volte, ad esempio nei commenti sotto un video in cui mostro le scarse competenze di ebraico dimostrate dall’autore di paleoastronautica Mauro Biglino, nonché la sua interpretazione molto libera dei dizionari. Neanche le evidenze di grammatiche e dizionari di ebraico sono bastate a convincere i suoi fan più accaniti.

Fatto sta che, nel momento in cui non porti nessuna prova, non puoi aspettarti di dire “apri la mente” e che quindi tutti ti credano sulla fiducia, perché io personalmente lo prendo come un “non farti troppe domande, è come dico io e basta”. Cosa cambia da “devi aprire la mente” a “devi avere fede”?

Un’ipotesi scientifica?

Mi si obietterà: ma la paleoastronautica è una semplice ipotesi! È del tutto scientifico fare ipotesi e poi verificarle!

A questo rispondo: la scienza non consiste solo nel fare ipotesi. All’atto pratico, avanzare un’ipotesi non è altro che usare l’immaginazione, né più, né meno. Ma quello lo possono fare tutti. L’intuizione e l’immaginazione sono fondamentali nella scienza, ma quelli sono il punto di partenza, non di arrivo. La scienza infatti consiste nel seguire quell’intuizione iniziale e fare ricerca affinché quell’intuizione venga confermata oppure smentita oppure corretta in parte. Questo è quello che succede continuamente in ogni settore dello scibile umano.

La paleoastronautica, invece, non fa nulla del genere.

I paleoastronautici amano citare Schliemann in quanto persona che, secondo loro, avrebbe mostrato agli accademici scettici che “fare finta che“ l’Iliade dica il vero ha di fatto portato a una scoperta archeologica. Come dico meglio in questo video, però, il paragone non regge affatto. Infatti, a differenza della stragrande maggioranza dei paleoastronautici che non hanno mai mosso un dito, Schliemann comunque si prese la briga di cercare le prove.

La storia di Schliemann, peraltro, insegna che l’unico esempio che sanno fare i paleoastronautici è quello di una persona nata ormai quasi duecento anni fa, quando peraltro l’archeologia era ancora agli albori e quindi tutti potevano improvvisarsi pionieri. Ora, però, non è più così. È un dato di fatto che, in questi due secoli in cui la scienza accademica ha fatto passi da gigante, la paleoastronautica non ha mai scoperto niente. Non c‘è una singola prova a favore, né nessuno dei suoi autori ha mai spiegato come o dove trovarle e poi si è messo alla ricerca.


In questo video spiego più in dettaglio la mia posizione in merito, così come in questo articolo mostro i motivi per cui la paleoastronautica non è considerata nel mondo accademico.

In quanto teoria pseudostorica, vale anche per la paleoastronautica la serie di articoli e video che ho dedicato alle teorie storiche “alternative”:

  1. Perché la chiamo “pseudostoria”?
  2. La pseudostoria e le prove
  3. Storia e pseudostoria a confronto?
  4. Come distinguere la storia dalla pseudostoria

Per questi motivi, i cui soli responsabili sono gli autori di paleoastronautica e nessun altro, il mondo accademico ha di meglio da fare che occuparsi di teorie presentate difettose già in partenza.

Al massimo la considera una quasi-religione e ne studia gli effetti sulla gente, perché entrare nel merito di certe teorie, così come sono state presentate finora dai loro autori, è come voler mettersi a discutere dell’esistenza di Babbo Natale.

Ma se non è una scienza, allora cos’è?

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