Dato che di solito quelli che fanno quest’obiezione non aggiungono altro, rigiro l’obiezione: non hai letto, non hai visto o non hai capito le mie critiche.
La cosa che più di tutte smonta alla base la paleoastronautica è l’obiezione alla metodologia usata. Come ho detto alla fine del mio video, alla fine a me non interessa se si parli di alieni, Dio, elfi o draghi. Non mi interessano contestare le conclusioni in sé, ma come si arriva a quelle conclusioni.
Se ci si arriva facendo salti, decontestualizzando a piacere, interpretando alla lettera solo quando fa comodo, inventandosi le traduzioni e ignorando i dati di fatto scomodi, allora quella teoria non è valida in partenza, al di là che parli di alieni, Dio, elfi o draghi.
Questa è evidentemente la parte più difficile da capire del mio discorso e quelli che fanno quest’obiezione sono quindi i primi a non aver capito (o a non voler capire?) il senso di quello che dico.
In ogni caso, dire “non hai capito”, soprattutto se poi ci si ferma lì e non si argomenta oltre, è l’ennesimo argumentum ad hominem, cioè l’ennesimo pretesto per spostare la discussione dalle idee alle persone.
Senza contare che spesso poi mi sono trovato a saperne più io delle teorie di Biglino che non i suoi fan stessi che lo difendono, come mostro, ad esempio, ai seguenti punti:
- 1. “Biglino non afferma di avere la verità”
- 2. “Si limita a leggere ciò che c’è scritto”
- 8. “Non dice che sono alieni”
Aggiungo che, per una sana e costruttiva discussione, è comunque buona abitudine spiegare meglio all’interlocutore, perché potrebbe essere benissimo che non ci si sia espressi bene o che l’incomprensione non sia da parte sua.
Insomma, dire “non hai capito” può rischiare di diventare solo un pretesto per non argomentare.