L’ingegnere

Si tratta di una persona che non manca occasione di sbandierare la sua laurea in ingegneria, che secondo lui, a quanto pare, lo renderebbe un’autorità anche in campo storico.

Costui mi contattò in privato per chiedermi un confronto, che rifiutai con cortesia. Riporto la mia risposta:

Gent.mo ing. Quattrone,

La ringrazio per avermi contattato e per il cortese invito.

Non metto affatto in dubbio la sua esperienza trentennale, di tutto rispetto, nel campo dell’elettronica. Tuttavia, come ho spiegato in questo video – https://www.youtube.com/watch?v=kdxnOE6tQwc – i metodi della ricerca storica sono totalmente diversi dalla ricerca nelle scienze esatte.

Lei prende per buone delle “traduzioni” di Biglino che, come ho mostrato sul mio blog – https://cuscito.it/2021/01/30/faq-13/ – e in un video sul canale AteoTube – https://www.youtube.com/watch?v=eHS6Bcr-hW8 –, è riuscito a commettere undici errori in due versetti. Alcuni di questi errori sono di poco conto, altri li trovo molto gravi, tra cui sbagliare a scrivere “Genesi” ed “Esodo”, che sono termini che un traduttore della Bibbia dovrebbe saper scrivere a occhi chiusi.

Quindi non lo ritengo affatto un’autorità degna di essere citata sulle questioni linguistiche sull’ebraico e inoltre ho dimostrato con prove alla mano che la lettura paleoastronautica della Bibbia fatta da lui è fortemente ideologizzata e per nulla letterale.

Dato che lei parte prendendo per buone le sue teorie che trovo sbagliate in partenza, ne consegue che tutto ciò che ne segue è altrettanto fallace.

Infine, mi spiace dirglielo, ma arriva tardi.

Come ho mostrato in questo video – https://www.youtube.com/watch?v=zp2X9e21_XM –, i vari confronti che ho fatto sono serviti solo a far sì che il mio nome venisse usato su Internet in modo denigratorio, anche quando ho dimostrato di aver ragione. Quindi in un’operazione del genere, ho solo da perdere, come racconto anche qui: https://cuscito.wordpress.com/2020/01/02/discutere-di-paleoastronautica-su-internet-parte-terza/

Quindi, la ringrazio dell’invito, che mi spiace declinare.

Certo della sua comprensione, le porgo cordiali saluti.

Giuseppe Cùscito

Costui se l’è presa così tanto che va a commentare anche sui profili YouTube di chi ha espresso apprezzamenti nei miei confronti.

Il problema è che presenta la cosa come se io lo avessi bloccato perché non volevo discutere con lui delle prove.

In realtà, nelle email successive gli ho detto chiaramente che non considero affatto una prova quei due testi da lui considerati tali e gli ho detto chiaramente che il motivo per cui l’ho bloccato è perché aveva cominciato a riempire di commenti tutti i nuovi video, anche quelli che non avevano nulla a che vedere con la paleoastronautica.

In seguito ha preso a menzionarmi a raffica con post passivo-aggressivi su YouTube mostrando o di non aver capito ciò che dico o che lo stia distorcendo volutamente tramite omissioni, colpevoli o dolose che siano.

Non è il primo caso di una persona che commenta a raffica, anche sotto dei video che parlano di tutt’altro, e che poi si lamenta quando viene bloccata o ignorata, dicendo che sarebbe stata censurata perché direbbe cose scomode, quando invece il problema è l’invadenza. Un altro caso è rappresentato da un seguace della paleoastronautica che in una diretta in cui si parlava di tutt’altro, cioè di Qabbalah, in chat continuava a chiedere con insistenza all’ospite cosa ne pensasse del suo autore di paleoastronautica preferito. In un’altra mia diretta su YouTube, costui scriveva con insistenza la stessa domanda, sempre a tema paleoastronautico, che avrebbe potuto evitare se avesse letto questo blog o visto altri miei video.

Non so se queste persone si rendano conto di quanto possano risultare moleste e non so se si rendano conto che è proprio il loro comportamento che fa passare ogni voglia di avere a che fare con loro. Sarebbe interessante vedere come costoro reagirebbero se qualcuno si comportasse con loro allo stesso modo in cui loro si comportano con gli altri. Forse solo in quel caso capirebbero. Forse.

L’oggetto del contendere

Per farla breve, l’ingegnere si fida di un testo chiamato “Bibbia Kolbrin”, che apparve pochi decenni fa, salvo poi svanire nel nulla dopo poco tempo, e che parlerebbe di alieni e di loro visite sul nostro pianeta. A quanto pare, l’ingegnere crede che nello spazio ci sia un oggetto, se ho capito bene artificiale, che causerebbe catastrofi tutte le volte in cui esso attraverserebbe l’orbita terrestre. Di tale oggetto parlerebbero diversi miti antichi, tra cui quello di Fetonte, che salì sul carro di Apollo pur non sapendo condurlo, portando il Sole fuori dal suo solito percorso, avvicinandolo troppo alla Terra e causando così disastri. Secondo l’ingegnere, tale racconto sarebbe una delle tante prove dell’esistenza di tale oggetto alieno. Tuttavia, si può anche ritenere il mito come un ricordo di una particolare siccità o di una stagione estiva piena di incendi, come capitano spesso, per cui perché dovremmo per forza considerarla una prova dell’esistenza di questo oggetto alieno, di cui non c’è nessuna testimonianza diretta e immediata?

E a proposito di testimonianze dirette e immediate, l’ingegnere è anche fissato con un brano in cui lo storico romano Giuseppe Flavio racconta di quando gli riferirono che a Gerusalemme si udì una voce di alcuni annunciavano che da lì se ne sarebbero andati. Flavio riferisce che qualcuno gli raccontò che in quell’occasione si videro gli dèi andarsene dal Tempio di Gerusalemme a bordo di carri volanti e che, tra le altre cose, una mucca partorì un agnello.

Apriti cielo (è il caso di dirlo)! Quei carri volanti devono per forza essere degli UFO! Non ci sono altre spiegazioni! E la mucca che partorì un agnello? Che credibilità può avere un testo del genere? Non importa, per l’ingegnere la testimonianza indiretta riportata da Flavio è una prova sufficiente che gli UFO esistono e che la paleoastronautica è una scienza seria.

Ma io sarei pure disposto a credere a Giuseppe Flavio, perché di fatto non dice altro se non raccontare cose che qualcun altro dice che altri avrebbero visto. Per cui qual è l’oggetto del contendere? Che Flavio abbia detto la verità? Può anche averla detta, nel senso che non ho problemi a credere che abbia riportato correttamente che qualcun altro dice di aver visto o sentito certe cose. Per l’ingegnere questa è una prova? Bene, buon per lui lui. Per uno scettico come il sottoscritto, una testimonianza indiretta del genere non lo è per niente. Ma d’altronde, visto che per lui basta il suo titolo accademico per decidere sulla validità di un’ipotesi, evidentemente la sua laurea in ingegneria, che non c’entra niente con lo studio della storia, gli permette di fare queste ipotesi storiografiche, mentre il mio dottorato in discipline storiche non servirebbe a nulla e non mi darebbe nessuna voce in capitolo.

Disonestà intellettuale?

In questo post sul suo canale YouTube, l’ingegnere mostra di non (voler?) comprendere né lo status della paleoastronautica in quanto pseudoscienza, né le mie obiezioni, che ho ripetuto diverse volte.

Non so se lui e il tizio che si firma come Mark facciano finta di non capire o non capiscano davvero o siano semplicemente in malafede. Visto che, essendo stato bloccato, in quella sede non ho diritto di replica, me lo prendo qui e rispondo alle diverse boiate che sono riusciti a far stare in quattro o cinque frasi.

Cominciamo dalla vignetta.

Intanto, la formica A (che sarebbe lui) sbaglia a prescindere, perché la sua affermazione, così come è formulata, risulta di fatto falsa: la Terra, infatti, non è a forma di volto di presidente, per cui la formica B (che sarei io) ha ragionissima.

Chiaramente l’ingegnere col termine “terra” intendeva indicare il luogo su cui si trovano le due formiche. Evidentemente, la laurea in ingegneria non dà le competenze per fare dei paragoni azzeccati, ma sorvoliamo e prendiamolo per buono. Anche così facendo, però, il suo esempio non è affatto univoco e si presta a diverse possibilità:

  1. la formica A ha le prove di ciò che sostiene, quindi la formica B sbaglia;
  2. la formica A non porta nessuna prova, quindi la formica B non è nel torto, perché semplicemente vorrebbe che la formica A dimostrasse come è giunta a quella conclusione.

Dalla vignetta, non è chiaro se la formica A abbia le prove o meno, per cui il suo paragone non regge. Tra l’altro, è significativo che la vignetta si concentri su un aspetto marginale, cioè quello di essere contraddetto, e non sulla questione essenziale, cioè le prove.

Il paragone, quindi, non regge affatto, perché se fosse più aderente ai fatti, la formica A, sostenitrice della paleoastronautica, andrebbe contro tutte le prove acquisite dalle varie discipline nel corso dei secoli e la formica B, la scettica, chiederebbe le prove delle affermazioni della formica A.

Infatti, per fare un paragone con la situazione attuale della paleoastronautica, il dialogo tra i due animali avverrebbe dopo secoli e secoli di studi e scoperte scientifiche, in cui si avrebbero tutte le prove possibili e immaginabili sulla loro situazione, cioè che entrambe si trovano su una roccia a forma di volto umano. Il paragone sarebbe più corretto se la formica A, che rappresenta l’ingegnere e tutti i paleoastronautici, fosse quella che se ne esce con sparate indimostrabili quali, ad esempio: «ci troviamo su una roccia a forma di piede», senza portare nessunissima prova a supporto delle proprie affermazioni, anzi andando pure contro ogni evidenza disponibile.

Inoltre, per proseguire nella versione di questo paragone più aderente ai fatti, la formica A dovrebbe citare come “prova” uno scritto di duemila anni prima in cui un’altra formica riporterebbe che un’altra formica ancora le avrebbe detto che qualcuno avrebbe visto una nuvola a forma di piede (fuori dalla metafora, questo significa che il testo di Flavio, di per sé, non parla nemmeno di alieni venuti da altri mondi, ma è una cosa che aggiungono i paleoastronautici). In questa versione, la formica B, che rappresenta il sottoscritto e tutti gli scettici, semplicemente rigetterebbe l’affermazione della formica A, in quanto non basata su prove concrete e inequivocabili, ma su indizi molto deboli quali testimonianze di seconda o terza mano, su cui poi vengono applicate ulteriori interpretazioni di modo che il testo, solo se letto in un certo modo, sembri dare ragione alla formica A.

Per cui, quella vignetta è piena di argomenti fantoccio, salti logici e basata su un paragone improprio che mostra che il suo autore non ha ben compreso, o fa finta di non aver compreso, né il metodo scientifico (che si basa su prove concrete, non su semplici opinioni), né il senso delle mie obiezioni.

I commenti non sono da meno. Quelli che non hanno letteralmente mai portato le prove delle loro ipotesi sono proprio i paleoastronautici. Quando lo hanno fatto, hanno fatto spesso carte false, come ho mostrato in diverse occasioni. Per cui qualcuno dovrebbe spiegare all’ingegnere e all’altro tizio che ha commentato che non potete mica aspettarvi che la gente vi creda sulla parola, se non portate voi le prove di ciò che sostenete. Ironia della sorte, il tizio che si firma come Mark, in una conversazione privata che quindi non posso pubblicare, ammise candidamente che la paleoastronautica esclude gli indizi che non sono funzionali alla propria tesi. Concorda, cioè, con ciò che vado dicendo anch’io da anni, cioè che il difetto metodologico principale della pseudostoria in generale (inclusa quindi la paleoastronautica) è proprio quello di scartare tutto ciò che è scomodo. Ma così sono buoni tutti! Quindi quelli che chiudono gli occhi davanti a ciò che è scomodo sono proprio i sostenitori della paleoastronautica, non gli scettici che chiedeno delle prove concrete che dimostrino in modo inequivocabile l’esistenza degli alieni. Se finora i paleoastronautici non si sono mai degnati di portare tali prove, non è certo colpa degli scettici, che hanno solo la “colpa” di non credere a qualcosa solo perché scritta su un pezzo di carta! E poi non sta a noi scettici cercare le prove della paleoastronautica: il metodo scientifico, che l’ingegnere si vanta di usare (ma che di fatto non usa), prevede infatti che le prove le debbano portare quelli che fanno le ipotesi, non gli altri! I paleoastronautici che prove hanno portato finora, se non loro interpretazioni decontestualizzate di testi, raffigurazioni, sculture, monumenti, ecc.?

Tutta questa discussione mostra per l’ennesima volta che il confronto tra paleoastronautici e scettici è impari: l’ingegner Quattrone e il suo accolito avranno speso pochi minuti per scrivere le loro frasi sconclusionate. Come vuole la teoria della montagna di letame, secondo cui se ne produce sempre molto di più di quanto non se ne riesca a spalare, ho speso molto più tempo per scrivere questo articolo per smentire delle frasi sbagliate scritte in pochi minuti. Ritengo, quindi, di aver dedicato all’ingegnere molto più tempo del dovuto. D’altro canto, come gli ho detto più volte, il tempo che lui perde col fare polemiche inutili potrebbe investirlo dotandosi di un telescopio e di una reflex e cercando le benedette prove delle sue affermazioni.

Per parafrasare il suo amico Mark: qualcuno dovrebbe spiegare all’ing. Quattrone che, se non si cercano le prove, non si trova nulla. Perché non si rimbocca le maniche e scatta le foto di quel benedetto oggetto alieno che lui chiama Fetonte, invece di far perdere tempo agli altri?

Vittimismo gratuito

In ciò che l’ingegnere dice in modo sarcastico, vittimistico e passivo-aggressivo, cioè che fa fatica a seguirmi, sembra esserci qualcosa di vero, dato che mostra di non capire (o di travisare volutamente) ciò che dico nel video. Schliemann non ha mica dimostrato l’esistenza degli dèi omerici! Se un mito è ambientato in una città, si è dimostrati l’esistenza di quella città, non di tutto il resto. Un conto è dire che è esistito il Tempio di Gerusalemme, un altro è dire che è accaduto davvero ciò che Flavio dice che qualcuno gli avrebbe raccontato! Strano che non voglia (o non riesca?) a capire una differenza così chiara. Se è sarcastico, allora fa finta di non capire una questione essenziale. Ma allora a che serve? Perché fare il sarcastico e non ammettere, più onestamente, che gli piace credere agli alieni e basta? Perché buttarla sul metodo scientifico, cosa di cui si vanta, quando poi si applica l’esatto contrario, cioè la fede cieca, acritica e incondizionata in testi dalla dubbia credibilità, quali quello di Giuseppe Flavio o la famigerata “Bibbia Kolbrin”?

Comprensione del testo, questa sconosciuta

Che non capisca, o faccia finta di non capire, quello che gli viene detto è dimostrato anche da questo breve scambio, in cui risponde come se avessi detto “è semplice andare in RAI”, quando ho detto, invece, che il confronto sotto cui sta commentando era stato deciso mesi prima dell’apparizione di Biglino in RAI. Come abbia fatto a capire fischi per fiaschi lo sa solo lui.

Insomma, ci è o ci fa? Non importa, in entrambi i casi un confronto sarebbe del tutto inutile, come dimostra chiaramente anche questo video.

[ Discutere di paleoastronautica su Internet (parte terza) ]

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