Eppure ho dimostrato (v. anche punto successivo) che non è vero che non si sa cosa significhi elohim e che il termine ha il significato di “dio” anche in altre lingue semitiche. In accadico, la stessa radice di elohim è attestata con quel significato in testi molto più antichi della Bibbia o dello stesso popolo ebraico. Quindi ho mostrato un duplice errore commesso da Biglino: uno che non è vero che il concetto di divinità sarebbe stato introdotto dai teologi solo successivamente e soprattutto che non è vero che nessuno sa cosa significhi. Lo si sa eccome, ma è una spiegazione troppo scomoda alla teoria paleoastronautica, per cui conviene mentire e negare l’evidenza.
Ma al di là dei singoli termini, ho dimostrato che i suoi metodi sono fallaci e per nulla obiettivi. Ho mostrato, ad esempio, come usi la polisemia solo quando gli fa comodo. Ho pure mostrato che ha detto cose non vere sull’identità del presunto “dott.” Cianti. Ho mostrato che inventa le traduzioni, mente sul significato dei termini (v. punto successivo), usa i suoi “metodi” solo quando gli conviene, mente sull’identità delle fonti che cita… Ho anche mostrato che il “fare finta che” è un ridicolo pretesto per poter dire impunemente quello che gli pare. Di cos’altro si ha bisogno per dimostrare che si sbaglia?
Inoltre, c’è poco da smontare se uno non porta nessuna prova concreta e tutto ciò che fa è fare finta. Un’affermazione senza prove si smonta già da sola. Se poi, come se non bastasse, ci sono anche le prove che dimostrano che quanto sostiene è falso, ma queste vengono sistematicamente ignorate, allora affermare che non abbia dimostrato nulla può vuol dire che si preferisce non correre il rischio di mettersi in discussione.