Fare finta di essere accademici

Sin dal Libro dei Dannati di Charles Fort (1919), che per primo ipotizzò un’eventuale visita da extraterrestri nel passato, la paleoastronautica ha sempre denigrato il mondo accademico. Gli autori de Il mattino dei maghi (1960) e della rivista Planète (1961-1972) riprendono da Fort la polemica contro di esso, dipingendolo come chiuso alle novità e dogmatico. Erich von Däniken, che fu condannato per aver plagiato Il mattino dei maghi, copia i due autori anche in questo, riprendendo da loro quel luogo comune, che ormai è diventato un dogma nel mondo “alternativo”.

Nonostante abbia sempre denigrato il mondo accademico, quando le fa comodo, la paleoastronautica cerca di usare le ricerche accademiche per avallare le proprie invenzioni e ammantare queste ultime di credibilità. Non solo, ma a diversi autori di paleoastronautica piace passare per accademici o far passare per tali quelli che dànno loro ragione.

Facciamo alcuni esempi molto recenti.

Davide Bolognesi e la Columbia University

Un esempio eclatante è rappresentato da un’intervista che viene annunciata con un post Facebook sul profilo personale di Mauro Biglino, pubblicato il 17 Dicembre 2020 e contenente le seguenti testuali parole:

«Con piacere condivido questo articolo pubblicato sulla piattaforma della Columbia University (NY) a seguito di una intervista realizzata da Davide Bolognesi,  PhD presso la stessa Università, che gestisce un blog sulla piattaforma universitaria a beneficio del pubblico di lingua inglese.»

Segue poi un link che rimanda a un articolo di un blog, che viene presentato da Biglino con l’espressione altisonante “piattaforma universitaria”, che lascia un’impressione leggermente gonfiata della realtà: si tratta infatti di un semplice blog personale messo a disposizione dall’università in cui lo studente o dottorando (o ex, come nel caso di Bolognesi) può scrivere ciò che vuole. Basti vedere, infatti, i titoli degli altri articoli presenti sulla stessa “piattaforma”, ad esempio: “How to Protect Your WordPress Website From Hackers”, oppure “Post-Covid-19 Era: Gun And Its Usages” oppure ancora “5 Cheapest Places To Fly This Fall”.

Insomma, non si tratta esattamente di un contesto accademico propriamente detto, ma solo di un blog libero, che non ha nessunissima valenza scientifica. Inoltre, dire «PhD presso la stessa università» dà l’idea che il dott. Bolognesi ne faccia ancora parte, quando invece, curriculum alla mano, vi ha solo conseguito il dottorato (“PhD” in inglese) nel 2012, ben otto anni prima del post di Biglino. Tecnicamente ciò che ha detto Biglino è vero, ma quanti dei suoi lettori sanno cosa significhi PhD e, soprattutto, quanti da quella frase hanno capito che Bolognesi non ha più niente a che vedere con quella università ormai da anni?

A quanto pare, dopo il dottorato, il dott. Bolognesi è tornato in Italia e ha cominciato a occuparsi di tutt’altro, come il turismo e il marketing. Quest’ultimo aspetto potrebbe non essere un caso, dato che mi dà l’impressione di voler vendere il prodotto Biglino facendo credere, con metodi a mio avviso non proprio puliti, che esso abbia un qualche avvallo da parte del mondo accademico. Probabilmente è stato lui a metterlo in contatto con il prof. Avi Loeb, in un’intervista in cui quest’ultimo denigra la paleoastronautica, con Biglino e Bolognesi che gongolano felici come se costui avesse dato loro ragione, cosa di cui sono convinti molti dei seguaci del biglinianesimo.

Biglino professore?

Tornando al blog del dott. Bolognesi, nell’articolo è riportato un link a un’intervista video in cui il “PhD” (in inglese fa più scena) presenta Biglino come “professor”, chiamandolo in questo modo più volte nel corso del video, che si trova sia sul suo canale, sia su quello del presunto “professore”, dove è rimarcato ancora una volta nel titolo che Bolognesi ha un dottorato presso la Columbia University, come se questo rendesse automaticamente vere le baggianate antiscientifiche che vengono propinate nel video a un pubblico ignaro.


Alla domanda di un utente «Professore dove? All’università della vita?», Bolognesi risponde con una vera e propria supercazzola degna dell’avvocato Azzeccagarbugli di manzoniana memoria, che cercava di gettare fumo negli occhi dell’interlocutore usando il latino:

Professore, al di là del titolo accademico, viene dal latino profiteor-professus sum-profiteri, che tra le altre accezioni, significa “insegnare pubblicamente”. Cosa che Mauro Biglino fa da circa un decennio. Da qui, professore.

Alla richiesta di rettifica, il dott. Bolognesi risponde con un’altra supercazzola:

Non c’è niente da rettificare. La lingua non è così rigida come lei la descrive. Del resto, non ho il potere di dare o togliere titoli legali. Mi è permesso però utilizzare l’italiano, che non è appannaggio delle istituzioni accademiche. Il signor Biglino professa delle idee precise e controverse da lustri, sostanziate da studi ad alto livello, sebbene fuori dal cerchio accademico. Dunque, professore. Ma se proprio vogliamo fare i precisini, temo che siamo entrambi fuori strada. Ciò che lei reputa inaccettabile non è l’appellativo di professore, un semplice pretesto, ma le idee di Biglino. Legittima posizione; e allora parli di quelle. Non si arrampichi sui vetri della formalità accademica.

Quali sarebbero questi presunti studi “ad alto livello” che sostanzierebbero le idee del sig. Biglino? Non è dato sapere. Certo non quelli di Avi Loeb, che li ha smentiti categoricamente.

Il bello è che è stato lo stesso dott. Bolognesi, che ha liquidato con poche frasi una domanda e un’obiezione più che legittime, a farmi il predicozzo sul fatto che bisognerebbe argomentare, invece di sputare sentenze lapidarie:

Poi ho anche risposto, ma questi commenti, che come si può vedere non sono affatto aggressivi, sono visibili solo a me, il che vuol dire che il dott. Bolognesi mi ha bloccato.

Questi sono poi quelli che si vantano di essere umili, onesti intellettualmente e aperti al confronto.

Tornando al “professor” Biglino, non l’ho letteralmente mai visto correggere chi lo chiama così. Non lo ha fatto quando è stato intervistato da “Il Fatto Quotidiano”, e non gliel’ho mai visto fare nei commenti sotto i suoi video o altrove. L’unica volta in cui l’ho visto chiedere di non essere chiamato così, non ha detto qualcosa come “non chiamatemi professore perché non lo sono, anzi non ho nemmeno una laurea”, ma ha dato una risposta che lascia intendere che potrebbe essere chiamato “professore”, ma che preferirebbe di no, pur di avere una chiacchierata in tranquillità.

In un’altra occasione, il “professore” ha pubblicato questa immagine sul suo canale YouTube:

Come si può vedere dai commenti non solo sotto quel post, ma anche sotto altri video (quello pubblicato qui in basso è sotto un video di Piergiorgio Odifreddi che dice quello che pensa di Biglino), il messaggio che è passato è che lui sia finito a Oxford:

Peccato che l’Oxford and Cambridge Club sia un club privato, situato a Londra, che offre servizi di ristorazione e di tipo alberghiero, recensito persino su TripAdvisor (ringrazio Faber Lumière del canale Osa Sapere per la dritta):

Che non sia un’università è esplicitamente detto nella descrizione (grassetto mio):

The Oxford and Cambridge Club is an exclusive private members club in the heart of London. Spacious, private and well-appointed, the Club enables members to meet friends and colleagues in magnificent surroundings, host a party, relax or simply find a quiet place to work. With its elegant Coffee Room, large and well-maintained library, two bars, more than 40 bedrooms and its own sports facilities, the Oxford and Cambridge Club is ideally located for entertaining, relaxation and business.

Certo, si può obiettare che Biglino non ha mai detto esplicitamente di essere finito a Oxford o a Cambridge, ma di fatto, come si vede dai commenti, il messaggio che è passato è che abbia avuto un qualche riconoscimento accademico ad altissimo livello dalle università di Oxford e Cambridge, cosa che invece non è mai avvenuta.

Non solo Biglino

Biglino, dall’alto della sua carica immaginaria di “professore”, può permettersi di insignire anche gli amici suoi di titoli accademici altrettanto validi quanto il suo.

Per raccontare questo spiacevole aneddoto, è necessaria una premessa. Lo scienziato (vero) e divulgatore Dario Bressanini pubblicò un articolo in cui confutava certe interpretazioni che ritenevano “impossibili” certe mutazioni tra specie diverse.

Biglino ha bellamente ignorato le virgolette attorno alla parola “impossibili” e alle parole “Contro natura”, nonché l’aggettivo “ritenuti” che precede “impossibili” e che intende chiaramente che l’autore sta riportando l’opinione altrui, non certo la propria.

Con buona pace di chi sostiene (lui stesso in primis) che Biglino manterrebbe sempre una calma serafica e vada avanti con serenità, in più di un’occasione il diversamente professore ha risposto in modo abbastanza piccato che ci sarebbero “scienziati dalla mente aperta” che darebbero ragione a lui e smentirebbero Bressanini.

In realtà il dott. Barbetta è, sì, laureato, ma non mi risulta faccia ricerca accademica, ma esercita la professione di oculista, che non è esattamente la stessa cosa che insegnare all’università.

E chi sarebbero questi ricercatori dalla mente aperta? Uno sarebbe il “dottor” Giovanni Cianti di un presunto centro di ricerca europeo per la salute e il cibo, tale European Food and Health Interdisciplinary Center.

https://youtu.be/L7iV_TXV2q0?feature=shared&t=2019

Se si cerca semplicemente “european food and health interdisciplinary center” non appare nulla, ma se si aggiunge “cianti”, appaiono solo due risultati.

Insomma, questo presunto centro di ricerca europeo sembra essere molto sfuggente. Ma vediamo il curriculum di questo “dottor” Angelo Cianti, magari può aiutarci a capire chi sarebbero questi “scienziati” “colleghi” di Bressanini che avrebbero la mente aperta.

Cercando un po’, troviamo un’intervista sul sito evolutamente.it, in cui il “dottor” Cianti si vanta di aver lasciato la scuola a otto anni:

A 8 anni, in terza elementare mi resi conto che la scuola di Stato mi stava facendo il lavaggio del cervello e l’abbandonai per divenire autodidatta. Questo mi ha salvato dalla formattazione e dal condizionamento mentale che la società adotta per renderci docile strumento dei suoi programmi colpendo spesso anche persone di grande valore.

https://www.evolutamente.it/le-interviste-di-evolutamente-it-giovanni-angelo-cianti/

Ora, ad onor del vero, Biglino potrebbe benissimo essersi fidato di Cianti, che potrebbe essersi presentato a lui come ricercatore di quel centro di ricerca inesistente. Se così fosse, allora Biglino avrebbe fatto meglio a controllarne le credenziali, prima di citarlo come “collega” di Bressanini, come ha fatto nel video qui sopra.

Jeff A. Benner

Nei suoi libri e nelle sue conferenze, Biglino ama citare spesso colui che chiama “professor” Jeff Benner, dell’Ancient Hebrew Research Center, che gli darebbe ragione su alcune questioni.

Ma chi è questo “professor” Jeff A. Benner? Andiamo sul sito di questo presunto Ancient Hebrew Research Center e scopriamo che si tratta di un altro “centro di ricerca” fittizio, costituito da un tizio e da sua moglie.

Il terzo paragrafo dice chiaramente che colui che Biglino chiama “professor” non ha nessuna credenziale per insegnare ebraico.

Almeno Benner è onesto e si presenta come “Mr.” e non come “Dr.” o “Prof.”, per cui non si capisce se Biglino lo abbia scambiato per professore in buona fede o abbia gonfiato in malafede le sue credenziali in modo da far finta di avvalorare le proprie tesi.

Tesi che, d’altro canto, non sono tuttavia avvalorate più di tanto. Infatti, a ulteriore riprova del fatto che quando dice “gli studiosi mi dànno ragione”, se si va a controllare, si scopre che le cose non stanno affatto così, vediamo che anche in questo caso viene smentito categoricamente da qualcuno che secondo lui invece la vedrebbe come lui. Sulla questione di chi sarebbe il dio biblico, ad esempio, il non professor Benner è cristallino sul fatto che secondo lui si tratta di una divinità:

Questo ripropone la solita domanda che ormai ho posto diverse volte: con che criterio Biglino decide quando una fonte è attendibile o no? Vale per i dizionari, che lui cita e che lo smentiscono apertamente, così come gli studiosi (veri o presunti tali) che spesso dicono il contrario. Jeff Benner, come tutti gli altri da lui citati, è affidabile solo quando fa comodo? Fatto sta che non è professore, come dice invece Biglino.

Da dottori falsi a dottori veri

A differenza del diversamente “dottor” Cianti, Biglino ha collaborato, e collabora tuttora, con gente che davvero ha un dottorato di ricerca. Uno è il già citato Davide Bolognesi, ma ce ne sono anche altri.

Il biologo Pietro Buffa, che con Biglino ha collaborato in più occasioni, è stato più volte presentato come il vincitore del “premio per miglior giovane ricercatore d’Europa”, che tuttavia si tratta di una borsa di ricerca, che non è esattamente la stessa cosa. Il dott. Buffa mostra sul suo canale due video intitolati “RESI UMANI – Ringraziamenti dagli USA” e “Direttamente da Harvard gli apprezzamenti al libro BEN DI STOMACO – Andrea Zanoni e Pietro Buffa”. Sono venuto a conoscenza di questi video perché segnalati da diversi bigliniani che li usavano per mostrarmi che le ricerche del dott. Buffa sarebbero usate a Harvard. Questi video, tuttavia, non dimostrano altro se non che il prof. Giuseppe Pettinato, della Harvard Medical School, ringrazia Pietro Buffa per avergli inviato alcuni suoi libri. In entrambi i video ci sono espressioni di gratitudine e altre frasi di circostanza, ma tutto rimane sul piano personale, insomma non c’è nulla che dimostri che davvero la Harvard Medical School stia usando i testi di Buffa come basi per le proprie ricerche. Anzi, se gli studi di Buffa sono davvero così rivoluzionari, perché, invece di proseguire nella carriera accademica, lavora ormai da anni come dietologo?

Oltre a Bolognesi e a Buffa, c’è anche un altro collaboratore di Biglino in possesso di un dottorato, e cioè Matteo Corrias, che si occupa di culti dell’antica Roma e che, come gli altri due, ha lasciato il mondo della ricerca (mi risulta infatti che insegni a scuola). Ora, da un lato comprendo la difficoltà di rimanere nel mondo della ricerca, soprattutto se si ha un dottorato in materie umanistiche, ma ciò che non comprendo è come gente istruita possa credere o anche solo associarsi a chi va in giro a diffondere invenzioni di sana pianta spacciandole per scienza. Fatto sta che indirettamente gli forniscono l’appiglio per ammantare di un alone di presunta serietà le baggianate che va diffondendo.

Conclusioni

Nonostante decenni di polemiche contro il mondo accademico da parte della paleoastronautica, quest’ultima cerca di accreditarsi come scienza, usando dei sotterfugi che mi sembrano al limite della truffa. Nel video di Odifreddi a cui ho rimandato più sopra, alla domanda su cosa ne pensasse di Mauro Biglino, il professore (vero) ha commentato sul passato del “professore” (finto), facendo allusioni ad alcuni articoli di giornale di qualche decennio fa che menzionano quest’ultimo tra quelli coinvolti in un crac finanziario, causato dalla vendita prodotti finanziari inesistenti. Il senso delle parole di Odifreddi (che hanno poi scatenato una reazione da parte di Biglino e soci) mi sembra essere quello di lasciar intendere che il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

Ora, non vorrei arrivare a insinuare, come sembra aver fatto Odifreddi, che, così come i protagonisti di quel crac finanziario, a quanto pare, avrebbero venduto il nulla spacciandolo per chissà quali investimenti, ora Biglino sia il “caporete” di quella che rischia di dare l’impressione di essere un’associazione finalizzata allo spacciare per scienza ciò che non lo è. Mi limito a dire che faccio molta fatica a credere alla buona fede di un Bolognesi che scrive due supercazzole pur di giustificare l’aver chiamato Biglino “professore”, quando invece quest’ultimo ha solo un diploma di maturità classica. Allo stesso modo, trovo ingiustificabile presentare come “dottore” e “ricercatore” uno che si vanta di non aver neanche finito le elementari, pur di non ammettere di aver interpretato male le parole di Bressanini.

Combinazione, proprio mentre sto scrivendo questo articolo, mi sono imbattuto in questo commento arrivato sotto un video in cui sono stato ospite da Padre Kayn:

Insomma, anche se tutte le manovre a mio avviso poco trasparenti che ho denunciato in questo post non fossero state studiate apposta per prendere in giro la gente, ma fossero frutto semplicemente di superficialità, faciloneria o di chissà cos’altro, di fatto passa il messaggio che quanto sostiene il “professor” Biglino sarebbe supportato da una rete di accademici, che però si rivelano o finti (come Cianti) o veri, ma che poi hanno smesso di fare ricerca ormai da anni (es. Buffa, Bolognesi e Corrias).

E quando Biglino sostiene che la sua compagna, la dott.ssa Elisabetta Soro, starebbe studiando ebraico presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, dobbiamo credergli sulla parola o forse ci troviamo davanti all’ennesima esagerazione o montatura? Il tempo lo dirà.

3 risposte a "Fare finta di essere accademici"

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