Intanto, chi fa quest’ennesima obiezione ad hominem evidentemente non ha voluto ascoltare le diverse dimostrazioni e le numerose argomentazioni che espongo in questo blog e nei miei video. Inoltre, questo tipo di commenti lascia pensare che chi li fa non sia in grado di concepire che le motivazioni che spingono una persona possano anche essere diverse da bassi sentimenti di questo tipo.
Detto ciò, non penso di aver nulla da invidiare, anche perché le mie ricerche sono pubbliche (e, nel caso degli articoli, pubblicate gratuitamente) e sono sottoposte a revisione paritaria e sono citate da altri studiosi del mestiere. Tengo conferenze in Italia e all’estero, nelle quali c’è sempre qualcuno che ne sa più di me e che quindi può farmi notare eventuali errori. Avere l’approvazione (ed essere citato) dagli addetti ai lavori vuol dire aver davvero contribuito all’avanzamento della ricerca in quel determinato campo, che è la soddisfazione massima che un ricercatore possa avere. Per contro, troverei degradante spacciare delle proprie fantasie basate su decontestualizzazioni come ricerca di chissà quale livello, approfittando di un pubblico di non addetti ai lavori che quindi non è in grado di giudicare la validità di quanto si sta esponendo.
Ma poi, se veramente fossi invidioso o in cerca di visibilità, non ci metterei nulla a prendere in giro il pubblico scrivendo qualsiasi idiozia che mi venisse in mente, sfruttando la popolarità di certi temi e la credulità altrui. Se veramente volessi fare soldi, scriverei di paleoastronautica e non sulla (o contro la) paleoastronautica. E no, non perderei nessun posto (che non ho). Quindi non avrei veramente nulla da perdere, ma solo da guadagnare, in termini di soldi e visibilità.
Chi fa questa obiezione evidentemente pensa che i soldi e la fama siano l’unica motivazione che possa spingere una persona a scrivere, quando invece ho già specificato perché ho deciso di fare divulgazione.
Semplicemente, a me spiace per quelli che credono che certe cose siano vere e la mia attività è rivolta a quelli che, come me da ragazzino, vorrebbero sentire l’opinione di un accademico su questi temi.