A costui non riesco a dare un’etichetta precisa, perché il suo comportamento riassume in sé praticamente tutti gli altri che ho descritto, quindi è difficile farlo rientrare in una sola categoria.
La premessa è che ero temporaneamente rientrato in un gruppo di discussione sulla paleoastronautica per recuperare alcuni vecchi post che avevo scritto ormai anni fa, quando ancora credevo avesse un senso discutere (e ne avevo il tempo).
Ho avuto subito a che fare con un tizio che non fa che ripetere come un disco rotto che siamo tutti, accademici compresi, accaniti contro Biglino, lo insultiamo, ecc. ecc.

Ha citato qui il solito Jeff Benner, di cui ho parlato più sopra in questo post, quindi cita l’opinione di uno sconosciuto senza formazione per contestare un dizionario di ebraico di cui ho riportato quanto scritto sotto la voce kavod.

Quindi, se non discuto, dice che sono un accademico che si arrocca. Se discuto, allora dice che mi accanisco. Mi fa le domande (provocatorie) e poi mi dice di non discutere con lui. Non c’è logica in tutto ciò, se non la volontà di trovare a tutti i costi un appiglio per denigrare l’interlocutore.
Dopo avermi detto di non discutere con lui, coerentemente mi ha poi contattato in privato provando a fare lo splendido riportandomi un brano che secondo lui mi avrebbe smontato, quando invece gli dà torto marcio, mostrando di aver capito tutto l’opposto di ciò che c’è scritto nel brano che lui stesso ha riportato:
Se mi avesse dato ascolto quando gli chiedevo di lasciarmi perdere, si sarebbe evitato anche quest’altra figuraccia:
Che esistano diversi livelli di interpretazione dovrebbe dirlo al suo Beneamato, colui che vende i suoi libri facendo leva sulla sua presunta traduzione “letterale”. È lui che vuole appiattire tutto al senso letterale, quindi è a lui che bisognerebbe chiedere come concilia la sua idea dell’iperletteralità (presunta) con il sistema esegetico del Pardes. Venire a chiederla a me è sfondare una porta aperta. È il suo paladino che non la nomina nemmeno e quindi la ignora del tutto, o nel senso che non la conosce nel senso che evita apposta di parlarne. Chieda piuttosto a lui perché non nomina mai il Pardes, che peraltro non ha mai nominato gli alieni, quindi non si capisce neanche perché dovrebbe essere una cosa scomoda che gli ebraisti non dovrebbero nominare.
Quindi è stata un’altra “obiezione” che gli si ritorce contro che mostra scarsa volontà di ragionare in modo logico e distaccato. Tra l’altro, già il fatto che voglia usare la Bibbia come resocondo nudo e crudo di fatti storici mostra un atteggiamento tipico dei fondamentalisti religiosi, che peraltro è in aperta contraddizione con la questione, che lui stesso ha tirato in ballo, del Pardes e dei livelli di interpretazione.
Che poi sia uno che umilmente cerca di capire è palesemente falso, perché le sue posizioni mostra di averle già prese:

Ha già deciso che gli accademici abbiano delle striminzite “verità assolute”, quando invece non ho MAI e dico MAI letto niente del genere in un testo accademico, e sì che ne leggo (e scrivo) praticamente tutti i giorni ormai da anni. Piuttosto è Biglino a dire di avere la verità e che il suo metodo sarebbe l’unico intellettualmente onesto (come ho già mostrato al punto 1 di questo post).
Eccolo che ride sotto la bacheca di uno (lo stalker di cui ho parlato sopra), che mostra delle grandi capacità argomentative unite a una fine abilità oratoria, oltre che un’attenzione e una cura per i dettagli fuori dal comune. Tant’è che, su tre cose che dice di me, non ne azzecca neanche una: non sono né professore, né barese, né teologo. Evidentemente, l’aver detto chiaramente all’inizio di un video che non sono un teologo e non ho mai aperto un libro di teologia in vita mia non è bastato. E non è l’unico, tra l’altro:

Non ho nessuna cattedra, mai detto di averla, anzi ho detto il contrario, ma niente, informate il Miur che Internet ha decretato a gran voce che sono un professore di teologia. Tralasciamo poi l’idiozia sul fatto che scrivere libri contenenti falsità comporterebbe cause legali (diffamazione a parte, ma non è questo il caso).
Questo dimostra che questa gente che è venuta da me cercando di difendere chissà cosa tende a vivere in un mondo tutto suo e di capire spesso l’esatto contrario di ciò che trova scritto o gli viene detto. Liverani dice che gli egizi, come gli ebrei, usavano il plurale per riferirsi al faraone (singolare)? Per il tizio qui sopra è una prova che “elohim” indica un plurale di dèi. Dico che non ho mai aperto un libro di teologia in vita mia e ripeto continuamente che non sono professore ma ricercatore? Niente, per costoro sono un professore di teologia.
[ Discutere di paleoastronautica su Internet (parte terza) ]