La Bibbia non parla di Dio?

Su un canale aperto da poco, è apparso un video dal titolo eloquente, che è lo stesso di questo post. Il ragazzo autore del video si dichiara aperto a critiche, correzioni, osservazioni. In questo articolo riporto le mie, anche perché il video contiene i soliti luoghi comuni della paleoastronautica a cui può fare comodo rispondere, si spera, una volta per tutte.

Per chi fosse nuovo in questo blog, ho già rilevato diversi errori nelle varie affermazioni di Biglino in post precedente, oltre che in un video, mentre in quest’altro articolo ho risposto alle obiezioni più comuni che mi sono arrivate nel frattempo.

Questo articolo è quindi dedicato solo a quel video di quel ragazzo, che, in descrizione scrive:

«Tutti i video di Biglino hanno sti Thumbnail misteriosi e titoli clickbait che purtroppo (come le copertine di certi libri) sminuiscono assai la serietà del suo lavoro, oggi ho fatto questo ma sarebbe figo riassumere tutto in un bel documentario fatto bene.»

Ho risposto con questo commento, che riporto quasi integralmente e con lievi variazioni grafiche:

Nella descrizione, dice che i titoli clickbait e le copertine dei video e dei libri sminuiscono la serietà del lavoro di Biglino. Per me c’è poco da sminuire in questo senso, perché personalmente non vedo tutta questa serietà in uno secondo cui non sarebbe un caso se ephod somigli a iPhone, sostenendo quindi che il pettorale del gran sacerdote sarebbe un attrezzo per comunicare e che le varie gemme sarebbero i pulsanti da premere per chiamare le varie tribù di Israele, dato che nel testo non c’è scritto assolutamente nulla di tutto ciò. Personalmente non vedo serietà neanche quando sostiene che i sacrifici animali sarebbero stati comandati dai presunti alieni perché l’odore ricorderebbe loro quello delle tute spaziali, tanto più che dice anche che lui non afferma che sono alieni. Ma allora, se non sono alieni, perché parla di tute spaziali? Ma d’altronde stiamo parlando di teorie tutte basate su un “fare finta” e su cui sono stati fatti fumetti e giochi da tavolo, quindi la serietà manca a priori già a cominciare da chi propone queste “teorie” e questi “metodi”. Il fondo l’ha toccato, secondo me, nel momento in cui sostiene che a dargli ragione ci sarebbe un ricercatore di un fantomatico centro di ricerca europeo, quando poi si scopre che questo centro di ricerca non risulta da nessuna parte e il presunto ricercatore, da lui presentato come “dottore”, è in realtà uno che si vanta di aver lasciato la scuola a otto anni. Quindi se i titoli e le copertine sembrano poco serie, secondo me è perché sono adeguate al contenuto.

Comunque la serietà (o la mancanza di serietà) è dovuta prima di tutto al confronto (o alla mancanza di confronto) con studiosi accreditati, cioè con la pubblicazione delle scoperte (o presunte tali) tramite il procedimento di revisione paritaria. Normalmente, i ricercatori seri sottopongono in maniera anonima, anzi in doppio cieco, i propri scritti presso chi ne capisce di più proprio per poter trovare e correggere, prima della pubblicazione, gli errori che inevitabilmente facciamo tutti. La mancanza di serietà degli autori “alternativi” sta nel saltare questa fase e nel vendere direttamente le proprie teorie a un pubblico che non ha i mezzi per capire dove ci sono gli errori e quali sono (perché ci sono, dato che, ripeto, li facciamo tutti). In questo caso, è riuscito a far passare idee totalmente infondate che molti, tra cui lei nel video, hanno accolto acriticamente senza verificare a sufficienza. Poi ci sarebbero altre imprecisioni nel suo video. Ne ho contate e annotate una quarantina. Se veramente è interessato a correggersi come dice, potremmo discuterne, se lo vorrà.

Faccio solo notare che gli studi critici (quindi non teologici) della Bibbia esistono letteralmente da secoli e sono di pubblico dominio e finora non ho mai sentito nessuno farne menzione o criticarli con cognizione di causa. Se uno si alza una mattina e propone il suo metodo come rivoluzionario, i casi sono due: o non conosce l’approccio storico-critico o lo ritiene inferiore. Nel primo caso, allora non ha senso che abbia la pretesa di riscrivere la storia, se non conosce le basi del mestiere. Nel secondo caso, dovrebbe spiegare dove sarebbero gli errori di questo metodo e in cosa il suo “fare finta che” sarebbe migliore, cosa che non mi pare abbia fatto. A essere maligni, verrebbe da pensare che il metodo storico-critico mostra le inconsistenze dell’interpretazione paleoastronautica, che ha più le caratteristiche di una religione che di una scienza.

A proposito, quest’ultima non è scartata a priori, ma proprio a posteriori, dato che tutti gli autori hanno fatto degli errori anche madornali, in primis la petizione di principio, che sembra viziare pesantemente anche il suo video. Tra l’altro la storia non funziona come le scienze sperimentali, quindi prima ci si basa sulle prove a disposizione e poi si tenta una ricostruzione, non il contrario. Cordialmente.

Il video in sé contiene una serie di errori, luoghi comuni, imprecisioni, distorsioni quasi tutte dovute al fatto di ripetere a pappagallo, spesso parola per parola, tutto ciò che dice Biglino. Nonostante l’autore del video sembri aver approfondito un po’, avendo a quanto pare imparato a leggere l’ebraico, non sembra essere uscito minimamente dai binari tracciati dal suo Maestro ideale. E infatti rifà gli stessi sbagli, anche di pronuncia, ad esempio, dicendo ṣelèm, come dice e scrive continuamente Biglino (sbagliando), invece del corretto ṣèlem.

Qui una lista di errori e imprecisioni che ho rilevato nel video, nella remota eventualità che ci sia un confronto, posto che sia vero che sia così aperto come si dichara.

1) Che ci siano varianti testuali è la norma e accade praticamente per tutti i manoscritti. Non si troverà praticamente mai (o forse le eccezioni, se esistono, sono rarissime) un testo che sia sopravvissuto in più testimoni totalmente identici.

2) Le varianti che ci sono non pregiudicano in modo drastico la comprensione e l’interpretazione del testo. Il senso resta quello, non vengono fuori gli alieni. Può sembrare controintuitivo, ma il fatto stesso che esistano le varianti e che siano così tante mostra proprio il contrario di quanto sostiene Biglino (e chi lo segue a ruota), cioè che non vi era un controllo così stretto sui testi. Se vi fosse stato, le varianti non ci sarebbero pervenute affatto.

3) Mi va anche bene leggere un testo senza pregiudizi teologici, ma che se ne rendano conto o no, Biglino e chi lo segue finiscono per leggerlo con pregiudizi paleoastronautici. A me non pare un chissà quale passo in avanti, sempre di pregiudizi si tratta.

4) Leggere un testo composto in una cultura lontana migliaia di chilometri e di anni, senza averne studiato il contesto storico-culturale (per non dire la lingua) e pretendere di capirlo è un’insensatezza che non può che portare a travisare il testo stesso (e a mio avviso è indice di chiusura mentale e di mancanza di voglia di mettersi in discussione).

5) Che la Bibbia sia un’elaborazione dei testi sumero-accadici è un’esagerazione ed è un altro dei miti che si tramanda in ambiente paleoastronautico ormai da decenni. Ci sono, sì, alcuni tratti in comune, ma sono pochi e non giustificano l’affermazione di partenza.

6) Il giochino del “lasciare non tradotti” è un artificio che serve solo a creare delle lacune nel testo, che vengono poi colmate non con dati concreti e reali, ma con l’immaginazione del lettore. Se il lettore non conosce la cultura che ha prodotto il testo, allora finirà inevitabilmente per colmare quelle lacune con elementi della propria cultura. Questo è quanto di più sbagliato si possa fare, perché vuol dire che si fa dire al testo ciò che si vuole, illudendocisi per giunta di fare una lettura “letterale” e “senza intepretazione”. L’interpretazione c’è, ma non si vede per via dei propri paraocchi, altro che “essere rispettosi del testo”, come dice il ragazzo nel video.

7) Si dà per scontato che la Bibbia sia una cronaca attendibile “con una certa valenza storica”, cosa che è regolarmente smentita dalle prove storiche e archeologiche, verso cui Biglino e tutti i suoi seguaci mostrano scarso o nullo interesse. In teoria, uno deve tenerne conto, se veramente cerca di ricostruire la verità storica. Non mi sembra, tuttavia, che sia questa la priorità dei paleoastronautici, che mi sembra solo quella di trovare presunte “conferme” a ciò che hanno già deciso di credere. Per fare una cosa del genere è necessario trascurare o minimizzare tutte le prove contrarie e non tenere conto del fatto non da poco che dell’esistenza degli antichi alieni nessuno dei sostenitori ha finora mai portato una sola prova concreta. Tra l’altro anche nel video stesso, più avanti, si dice che i popoli tendevano a ingigantire la propria immagine di sé, quindi si ammette che i testi antichi non sono molto attendibili, contraddicendo quindi quanto detto prima.

8) Come esempio di cecità causata dall’ideologia, al minuto 10:55 si cita il dizionario col verbo barà, con la traduzione “create” proprio lì sotto il naso. Eppure si nega che significhi “creare”. Questa è l’ideologia all’opera. Citare Giosuè col significato di “disboscare” mostra che non conosce il sistema verbale ebraico, con le sue diverse forme e i rispettivi diversi significati che i verbi possono avere a seconda della forma e in ogni caso, ci si dimentica poi del grande cavallo di battaglia usato da Biglino per giustificare le sue traduzioni farlocche: la polisemia dell’ebraico. Perché l’ebraico smette di essere polisemico quando ciò diventa scomodo per l’interpretazione paleoastronautica? Incidentalmente, a più di un anno di distanza dall’uscita del mio primo video e a più di tre dall’apertura di questo blog, nessuno mi ha ancora spiegato con che criterio si decide quando l’ebraico sarebbe polisemico e quando no. Forse perché non c’è un criterio e la polisemia viene giocata come jolly solo quando conviene? O forse il criterio è priorio “qui mi conviene, allora la uso, qui invece no, e allora facciamo finta che™ non esista”? Misteri della paleoastronautica. In ogni caso, ogni speculazione sul termine barà, anche se fosse fondata, non dimostra affatto che non vi sia creazione dal nulla nella Bibbia.

9) La balla di Elohim che non significherebbe “dio” è facilmente smontabile non solo dal fatto che che questo essere pronuncia il nome delle cose (luce, sole, luna, stelle, piante e animali) e queste appaiono, ma anche dal fatto che è ovvio che popoli diversi abbiano concezioni diverse della divinità. Prima si tendeva ad antropomorfizzare tutto e la Bibbia contiene testimonianza di tale fase arcaica del pensiero religioso, però contiene anche testimonianze di una fase più elaborata e più evoluta, cosa che però voi liquidate in modo complottistico e aprioristico come “manipolazione teologica”. Quindi se la divinità a cui ci si riferisce col termine elohim non sempre corrisponde a quello che ci aspetteremmo noi, ma ciò non vuol dire che non parli di una qualche divinità. Giudicare un testo in base alle aspettative che noi avremmo su cosa farebbe o come sarebbe una divinità e concludere che quello di cui parla il testo non lo è vuol dire non mettere in discussione che forse la discrepanza non è nel testo ma nel nostro giudizio.

10) «La desinenza -im in ebraico indica SEMPRE il plurale». Ciò è falso, perché ci sono diversi sostantivi terminanti con -im che però indicano un singolare, es. panim ( “volto”), maym (“acqua”), ne’urim (“gioventù”), ḥayyim (“vita”), ecc.

11) «La Bibbia non parla di UN dio ma di più dèi». Non è esattamente così. La Bibbia conserva tracce di una fase arcaica enoteista del culto ebraico. Significa che anticamente si credeva esistessero più dèi “nazionali” e antropomorfi e poi si cominciò a postulare l’esistenza di un dio unico (non antropomorfo). Si possono ricostruire nella Bibbia stessa i cambiamenti del pensiero religioso in questo senso. Ovviamente ciò non vuol dire affatto che fossero alieni: quello è un non sequitur, cioè un salto logico eccessivo. Il fatto che nel video si liquidino categorie grammaticali (non teologiche) come supercazzole mostra uno scarso approfondimento della questione e un eccessivo affidamento a una fonte ritenuta a torto autorevole.

12) «Non esiste il “monoteismo” nella Bibbia». Anche questa è un’esagerazione e una forzatura. Come ho detto nel punto precedente, la Bibbia conserva testimonianze di una fase enoteista ma anche di quella monoteista (da Isaia in poi). Anche qui, come nel caso di “Elohim”, si generalizza troppo e si rende regola quella che di fatto è un’eccezione.

13) Minuto 14: dice che per “giorno” non si intende letteralmente un giorno, ma “un lungo periodo di tempo”. Quindi all’occorrenza si fa come i teologi e si dice che dove c’è scritto così si intende cosà.

14) Sta dicendo che gli alieni avrebbero creato il mare, gli uccelli, ecc. Visto che cita gli Anunnaki, deduco che si rifaccia a Sitchin, che dice che sarebbero venuti per minare l’oro dalla Terra, come dice infatti poi al minuto 23. Ma se sono venuti a minare l’oro, allora a che serve creare il mare, le piante e gli animali? Ma poi Elohim, nel Genesi (1, 14-18), è detto creare anche il Sole e la Luna e le stelle:

14 Elohim disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni
15 e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne:
16 Elohim fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle.
17 Elohim le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra
18 e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. Elohim vide che era cosa buona.

Quindi, comunque si scelga di tradurre o non tradurre il termine Elohim, è un essere che crea con la parola. Ora chiunque non abbia delle fette di polenta ideologica paleoastronautica sugli occhi non può che dedurre che il testo parla di una divinità. Ovviamente, ciò non vuol dire crederci, ma i paleoastronautici si dimostrano stranamente attaccati al testo biblico e restii a prendere in considerazione l’idea che forse non è da prendere come un trattato scientifico o una cronaca storica. Nella loro apertura mentale, non sembrano prendere in considerazione l’idea che forse non vada preso sul serio.

15) Si dice na’aseh non na’asah. Be-ṣalmenu, non be-ṣelèm-nu. E, ovviamente, non si dice ṣelèm, ma ṣèlem. Ki-dmutenu, non ki-demut-nu. Tre errori in tre parole, non era facile! Poi dice “Excuse me, I don’t speak English”. Ma neanche ebraico, a quanto pare.

16) «”Ṣèlem” vuol dire veramente “immagine”?» Stando ai dizionari, sì. Stando a chi ha tutto l’interesse per vedere della pessima fantascienza spacciandola per lettura letterale, no. Chi è più attendibile?

17) “Cut out” non vuol dire “tagliato fuori”, ma “intagliato”, tant’è che c’è pure la traduzione in tedesco Schnitzbild, cioè, appunto, “immagine intagliata”. In effetti ha ragione, you don’t speak English.

18) Ammesso che nessuno, neanche i filologi, sappia con certezza cosa significhi, come facciamo a essere sicuri che abbia ragione Biglino, che abbiamo visto sbagliare clamorosamente in precedenza? Che motivo abbiamo di ritenere che questa volta abbia ragione lui a fronte di centinaia di filologi (non dico teologi, ma filologi) e a fronte di tutti gli errori che commette?

19) Perché su yaṣar ha tralasciato il passo del dizionario in cui si dice “as a divine activity”? Ancora una volta miopia selettiva ideologica?

20) Min 18: «Oggi lo chiameremmo “DNA”». Ma è una sovrainterpretazione che non c’è nel testo. Non possiamo far dire al testo ciò che pare a noi. Questa si chiama sovrainterpretazione. Fatelo pure, ma poi non vi lamentate se qualcuno vi fa notare che non è una lettura letterale.

21) Aah, il buon vecchio artificio retorico del “mente chiusa vs. mente aperta”! Un’argomentazione del tutto vacua, perché se ci sono le prove, non c’è bisogno di invocare l’apertura mentale. Questa tattica è usata generalmente da uno che vuole convincere un altro senza portare le prove di quello che dice. “Devi aprire la mente” è il nuovo “devi avere fede”. Cioè è un modo come un altro per dire: “è come dico io e basta, non farti troppe domande, apri la testa, così entra tutto quello che voglio io”.

22) È una contraddizione parlare di rispetto del testo per poi fargli dire ciò che si vuole, in questo caso gli alieni. Il tempo per inventarsi le storielle ce l’avevano eccome e prove di storielle antiche ce ne sono a bizzeffe. La questione del costo della scrittura è una falsa argomentazione: anche fare un film o creare un videogioco può essere estremamente costoso, ai giorni nostri. Usando questo “ragionamento”, allora tutto ciò che troviamo nei film e nei videogiochi va preso per vero? Super Mario esiste davvero?

23) I ragionamenti sull’inutilità dei sacrifici alle divinità perché il popolo ha fame ignorano i dati archeologici che mostrano che la sedentarizzazione e la fondazione delle città avvenne in concomitanza con la produzione di surplus alimentare.

24) Ciò che trova più coerente e più di buonsenso è una conseguenza che parte da una premessa sbagliata: se si fa uno studio storico, non si ragiona in termini di giudizi sulla stupidità sull’intelligenza degli antichi, ma si cercano di capire le cause con mezzi razionali. Quindi la conclusione “se scrivevano qualcosa vuol dire che era veramente necessario” è forzata e infondata e serve solo a portare acqua al proprio mulino, ma non ha niente di oggettivo.

25) “Insiste molto in questa cosa del dentro” non significa nulla.

26) “Notiamo l’assonanza con ṣelem” non vuol dire nulla.

27) L’operazione chirurgica e di ingegneria genetica non è scritta letteralmente nella Bibbia. Manca totalmente qualsiasi elemento che identifichi inequivocabilmente quel passo con quelle operazioni. Ma non c’è, è tutto nell’immaginazione di chi legge. Com’è che un testo di astronomia antica si capisce benissimo che parla di astronomia, con dati e numeri e termini tecnici precisi, mentre quelli che parlerebbero di genetica improvvisamente vanno interpretati allegoricamente, dicendo che dove c’è scritto X l’autore in realtà intendeva Y? Com’è che con tutti gli altri testi di medicina si capisce che si sta parlando di medicina, ma quelli in cui si parla di alieni li capiscono solo i paleoastronautici, che spesso non hanno sufficienti competenze né linguistiche, né mediche? Cos’è più probabile, che si sbaglino gli esperti o che siano i paleoastonautici a prendere abbagli?

28) Non è vero che TUTTI i dizionari non traducono “olam” come “eternità”. Solo alcuni (peraltro teologici) non lo fanno. Altri (peraltri laici), invece sì. Quindi non è questione di complotto, anche perché esiste anche un sinonimo le-neṣaḥ e in ogni caso esiste sempre la polisemia dell’ebraico, che ovviamente quando non conviene, è meglio “fare finta che”™ non esista. Ma sono tutte cose che ho già detto nel video e a cui nessuno, finora, ha mai risposto.

Olam - Clines
Dal Clines Dictionary of Classical Hebrew
"Olam", m.: nature, existence, world. Biblical hebrew: life-time, eternity.
Dal dizionario Jastrow, voce ‘olam. (b.h. sta per “biblical Hebrew”, cioè “ebraico biblico”)

29) La questione Shadday non è così banale come la pone Biglino e di conseguenza il ragazzo del video. Potrebbe essere collegata alla radice š-d-d che anche in arabo indica la forza e la potenza. Quindi l’affermazione: «in nessun modo onnipotente, questa è proprio una delle traduzioni false» è quantomeno parziale e tendenziosa.

30) Sulla questione delle guerre, si sta dando per scontato che quei brani biblici riportati siano cronache di fatti reali, quando prima invece aveva detto che in questi testi i popoli tendevano a ingigantire gli eventi per “farsi belli”. Perché, quindi, ora non si tiene presente quanto detto e ci si contraddice?

31) Usare il Talmud per spiegare la Bibbia è un’operazione che farebbe un religioso, non uno studioso laico. Tra l’altro la questione delle bambine l’ho già trattata in un altro post.

32) Le speculazioni sul presunto lessico limitato degli antichi sono invenzioni belle e buone che contraddicono ogni fondamento di linguistica e di psicologia del linguaggio. I testi tecnici sono pieni di termini, appunto, tecnici. Normalmente, se esiste un oggetto, la tendenza generale è quella di dargli un nome o un’espressione in modo da identificarlo in modo inequivocabile. Dire il contrario è solo funzionale ad autorizzare poi la propria sovrainterpretazione paleoastronautica, ma non ha nessun fondamento oggettivo.

33) L’espressione “iron horse” risulta essere un’espressione colloquiale inglese. Non è detto che fosse un’espressione usata dai nativi americani. Anche se fosse, comunque, sarebbe comunque sbagliato generalizzare a tutte le lingue del mondo. In ogni caso, non è una buona idea usare il titolo di un film western per giustificare una scelta linguistica.

34) Si dice rùaḥ, non ruàḥ, come fanno quelli che hanno preso solo poche lezioni e qualche mese di studio da autodidatta.

35) La confutazione dell’interpretazione paleoastronautica della visione di Ezechiele l’ho già trattata altrove.

36) Praticamente sta dicendo ancora una volta che, dove nel testo è scritta una cosa, in realtà ne vuole dire un’altra, che guarda caso è ciò in cui vuole credere lui. Prove a supporto della sua interpretazione? Nessuna, ovviamente, ma solo il classico appello all’apertura mentale. In realtà si sta mettendo in pratica esattamente l’errore che si sta attribuendo a Ezechiele (o chiunque sia l’autore): di fronte a qualcosa che non capisce (il brano), si cerca di spiegarlo con termini a lui familiari (gli UFO).

37) I sumeri non ci dicono le stesse cose (v. punto 5). I Vimana pure non sono UFO, ma descritti letteralmente palazzi volanti. Quindi che facciamo? Prendiamo i testi alla lettera o li interpretiamo in senso paleoastronautico? Non si può fare entrambi. Ma da quest’orecchio i paleoastronautici non ci sentono.

38) Non è questione di “mistero di Dio” è questione di mancanza di prove indipendenti!

39) La paleoastronautica non è scartata a priori, ma a posteriori. Cioè se non è presa sul serio, la colpa è degli autori, che commettono errori madornali che nessuno studioso serio farebbe mai. D’altronde se gli autori stessi, invece della revisione paritaria, scelgono di farci dei parchi a tema, giochi da tavolo e fumetti, come pretendono di essere presi sul serio?

40) La storia non funziona come le scienze esatte, ma prima si esaminano le prove a disposizione, tutte, e poi si traggono le conclusioni. Quindi è ridicolo provare a insegnare il mestiere agli storici se non si conosce neanche l’ABC.

41) Le ipotesi senza prove possono benissimo non essere prese in considerazione. Che facciamo, prendiamo in considerazione anche la possibilità che esistano Babbo Natale, gli elfi, i centauri e tutti gli esseri mitologici di cui parlano i testi antichi? Finora gli alieni hanno lo stesso status di tutti questi. Se un giorno ci saranno le prove della loro esistenza e della loro attività nel passato, allora usciranno da quel gruppo di esseri immaginari. Ma la loro esistenza dev’essere provata indipendentemente dai testi e non usare i testi allo stesso tempo come prove e come ipotesi.

42) Nessuno ci ha costruito niente sopra in termini di fantasie, è solo l’ennesimo luogo comune trito e ritrito e ripetuto, anch’esso come tante cose nel video, a pappagallo. Per uno storico non cambierebbe nulla se un giorno si scoprisse che siamo stati creati dagli alieni. Al massimo si potrebbe cambiare una riga o un paragrafetto, forse. Nessuno ha timore che si riscriva tutto o di perdere il lavoro o la cattedra (per chi ce l’ha), perché ciò che ai paleoastronautici sembra di vitale importanza è un aspetto del tutto irrilevante per chi si occupa, che so, di Seconda Guerra Mondiale, o di astronomia ebraica medioevale, per fare un esempio a caso.

43) Ciò che dice Sanchuniaton (per cui si veda qui) è citato nel video come pertinente alla situazione attuale: dice che le nostre orecchie sono abituate sin dall’infanzia a sentire certe cose e che quindi siamo inclini a credere a certe bugie. Immagino si riferisca alle religioni (o forse anche alla storiografia), ma la cosa divertente è che ciò si può tranquillamente applicare agli UFO e alla paleoastronautica, che sono cose onnipresenti nei media, da cui siamo bombardati continuamente, al punto che alcuni forzano l’interpretazione dei testi pur di vederceli per forza. Tutto il video mi sembra proprio voler fare una cosa del genere.

44) Dove sta il coraggio nel ritagliarsi una fetta di mercato editoriale per vendere la propria pet theory che non è altro che riciclare vecchie “teorie” circolanti da decenni e combinarle in maniera originale, magari con qualche film di fantascienza?

Tanto resta la questione di fondo, incontrovertibile e innegabile: la paleoastronautica, in sessant’anni, non ha mai fatto una singola scoperta. L’unico metodo che finora ha funzionato alla grande è quello storico-critico, ma i paleoastronautici evitano come la peste, perché fa crollare tutto il loro castello di carte. D’altronde, se gli autori stessi scelgono di confrontarsi solo con teologi e non con critici laici, non stanno forse lanciando il messaggio che ciò che propongono è una nuova fede, invece che scienza?

Mi auspico un confronto serio e pacato, chissà se avverrà mai.

Aggiornamento: nel frattempo, il confronto è avvenuto.

Una risposta a "La Bibbia non parla di Dio?"

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  1. Interessante articolo, ho letto tre libri di Biglino, e senza essere un letterato sono arrivato alle stesse conclusioni. Biglino ha creato una religione, è ormai come nei dogmi religiosi più comuni, i suoi adepti ne accettano ogni spiegazione. quel passaggio dell’Ephod equivalente all’Iphone è bellissimo!

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